Il Pugnitello deve il suo nome alla forma del suo grappolo che ricorda un piccolo pugno.
Vitigno autoctono della Maremma, era caduto in disuso a causa delle sue basse rese, in un momento storico in cui era più importante la quantità rispetto alla qualità delle uve.
Poco si sa delle sue origini, studi sul Dna hanno riscontrato alcune somiglianze morfologiche col Montepulciano, anche se si differenzia per la resa e la forma del grappolo.
Negli anni 80 alcuni studi sul patrimonio varietale viticolo della Toscana promossi dall’Università di Firenze lo hanno portato alla ribalta, rivalutandone le sue caratteristiche: gran corpo unito all’eleganza, tannini pronunciati ma morbidi e setosi, propenso a lunghi invecchiamenti.
Dal vitigno Pugnitello si ottiene un vino rosso rubino molto intenso con tonalità violacee, al naso sentori erbacei, al palato gusto pieno, elevata gradazione alcolica e buona acidità.
Attualmente non è presente esplicitamente in alcuna denominazione Dop ma lo possiamo trovare in molte Igt toscane.
Il Pugnitello viene solitamente vinificato in rosso sia purezza che in blend, ma c’è un’azienda Enoforia, di Paola Presti a Montiano (GR), nominata dalla Regione Toscana nell’ambito del programma sulla biodervisità “Agricoltore custode” del Pugnitello, che dalla vendemmia 2019 lo vinifica anche in rosa. 648 bottiglie la prima produzione, una chicca per pochi fortunati!!!
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